2 gennaio 2015

Recensione a: Il Testo Filosofico di F. Cioffi

Vol. 3/2 Età Contemporanea - Novecento
Essendo un testo composto da più autori è inevitabile notare grandi disparità tra un capitolo e l'altro, quanto a chiarezza espositiva.
Non appare particolarmente ben fatto, ad esempio, il capitolo su Gramsci opera di Valerio Crugnola. Grosse difficoltà presenta la lettura di tutti i capitoli scritti dal prof. Franco Gallo, che si rivela il vero punto debole di tutta l'impresa letteraria de Il Testo Filosofico: senza vero sforzo comunicativo la sua sezione sull'ermeneutica, disordinata e affrettata poi la sezione sulla filosofia analitica. Assenti le chiarificazioni terminologiche di base anche nel capitolo su Husserl. E tutto questo in un manuale destinato alle scuole superiori!
Molto meglio il capitolo sula filosofia marxista del primo '900 scritta da Stefano O'Brien. Ottimo il troppo breve capitolo sull' epistemologia del secondo '900 opera di un vero specialista come Alfredo Civita. Peccato però non aver optato per una sezione apposita dedicata alla filosofia della mente.
Insoddisfacente anche il capitolo su George Moore: il concetto di "dati sensoriali" sarebbe stato facilmente esemplificato dalla discussione fattane a suo tempo da Bertrand Russell. Ma a quest'ultimo si è scelto di non fare il minimo riferimento.
Prolissa ma comunque chiara la trattazione del Tractatus di Wittgenstein operata da Fabio Cioffi. Sarebbe stato utile però spendere molte pagine in più per illustrare (meglio) la prospettiva delle Ricerche Filosofiche.
Positiva, come anche negli altri volumi, l'assenza di dispersive "espansioni online".
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Vol. 3/1 Età Contemporanea - Ottocento
Assurda a volte la selezione dei brani antologici che trascura di illustrare il contenuto principale del lavoro di alcuni autori dando invece spazio alle opinioni di questi in fatto di epistemologia. Come parlare delle poetiche di Montale e Pirandello senza leggerne neanche una poesia o una novella. Questo difetto è particolarmente grave per autori importanti come Dilthey e Durkheim che hanno innovato le rispettive discipline attraverso le loro ricerche. Sappiamo che cosa pensava Dilthey delle scienze dello spirito ma non sappiamo come secondo lui deve operare e opera uno storico o come avviene l'interpretazione di un testo.
Scritto da Franco Gallo, frettolosamente e a tratti veramente male, il capitolo 22; imbarazzante anche la parte su Max Weber, sempre sua.

Per quanto riguarda Hegel, non molto meglio di manuali tradizionalmente oscuri quali il Reale-Antiseri ma decisamente peggio del recente De Luise-Farinetti della Zanichelli
Colpisce anche l'assenza di intento didattico ed esemplificativo nel capitolo 1 sull'idealismo di Fichte: eppure sarebbe bastato puntualizzare alcuni significati-base della terminologia utilizzata dal filosofo. Franco Gallo ha invece scritto pagine verbose per un pubblico certamente non di studenti.
Infine, insensata nel capitolo su Bergson, la scelta operata da Paolo Ferri, di proporre tra i testi, parte del capitolo 3 di "Materia e Memoria" senza premettere nemmeno una parte del capitolo 2, fondamentale e introduttivo ai concetti contrapposti di Memoria e Immagine.
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Vol. 2 - Età Moderna
L'Illuminismo francese è trattato ampiamente, come a mio parere merita con capitoli a parte per Voltaire e Rousseau. Dovuta attenzione anche alla  Rivoluzione Scientifica che mette anche in evidenza la posizione epistemologica empirista di Newton, che su altri manuali invece può risultare  un po' trascurata. Bene anche i grandi pensatori come Cartesio, Hume, Locke, Hobbes. Il lettore alle prime armi in realtà potrebbe aver bisogno di un'opera altrettanto chiara ma meno dispersiva di questa.
A Spinoza si poteva certamente dedicare maggiore approfondimento visto che l'analisi dei sentimenti del pensatore olandese ha una valenza educativa, (auto)formativa e chiarificatrice molto importanti e certamente meritevole di essere fatta apprezzare a giovani studenti.
Unica vera nota dolente di questo tomo del Testo Filosofico, che per il resto risulta una lettura davvero interessante, il capitolo su Kant: sufficienti la Ragion Pratica e la Critica del Giudizio, ma quanto alla Critica della Ragion Pura, il discorso è confuso, forse mal pianificato, poco esplicativo.
C'è da dire che in nessun manuale, Abbagnano incluso, questo testo famosissimo di Kant viene reso davvero accessibile allo studente 17/18enne: proprio come nel Testo Filosofico, la teoria della conoscenza del filosofo prussiano viene o ridotta a slogan ("rivoluzione copernicana" di Kant) o viene esposta senza mai  fare un esempio chiarificatore di come categorie e schemi trascendentali potrebbero operare davvero nel momento in cui il soggetto umano (empirico e/o trascendentale) intenziona la realtà (percepita o pensata che sia).
Per familiarizzarsi con il linguaggio e la relativa filosofia della mente dell'epoca si può ricorrere all'Introduzione, scritta da Luciano Mecacci, alle Lezioni di Psicologia di Kant.