25 dicembre 2013

Il caso del dr. Abbas Khan, medico inglese incarcerato a Damasco e ucciso nelle prigioni siriane (dicembre 2013)


"Sì abbiamo ucciso tuo figlio e tu puoi tornare a casa e dire al tuo Governo inglese che abbiamo ammazzato un medico inglese e possono loro venire a chiedere altri dettagli se vogliono."

Così si sono espressi da uno degli uffici di presidenza governativi con la madre del medico inglese Abbas Khan, alla quale è stato detto anche di non provare a chiamare mai più .

La sorella intervistata dalla BBC accusa anche il suo Governo di non aver fatto abbastanza per far liberare Khan da un anno a questa parte.
Qui raccontata l'odissea della madre, senza alcuna assistenza da parte dell'ambasciata inglese in loco, per ritrovare il figlio a Damasco prima che fosse ucciso e poi anche dopo, da morto:
www.dailymail.co.uk/news/article-2527333/Tale-two-British-Muslims-The-doctor-went-Syria-save-wounded-children-tortured-death-Hampshire-boy-loving-family-fighting-alongside-Al-Qaeda.html

Su questa storia abbiamo già letto i commenti giustificativi sull' Independent di Robert Fisk (qualche generale non fedele alla linea avrebbe rovinato ad Assad la festa per la liberazione del medico che poteva diventare un segnale di distensione Siria-UK); il fatto è però che il dr. Khan avrebbe potuto parlare delle torture subite in prigione e soprattutto di quello che aveva visto e sentito accadere agli altri prigionieri.
Aveva già fatto in tempo a scrivere a William Hague.

Qui la vicenda raccontata dal Daily Mail appena accaduta una settimana fa:
www.dailymail.co.uk/news/article-2525221/British-doctor-Abbas-Khan-jailed-volunteering-Syria-dies-prison.html#ixzz2nlGa2qRj

L'arrivo del corpo a Londra
www.dailymail.co.uk/news/article-2527947/Body-British-doctor-Abbas-Khan-died-Syrian-jail-cell-returned-UK.html

David Hume, Sul suicidio (1755)

"Che cosa significa dunque l'opinione che un uomo che, stanco della vita e perseguitato dai dolori e dalle miserie, vinca coraggiosamente il terrore naturale della morte ed esca da questa scena crudele; che un tale uomo incorra nell'indignazione del creatore per aver violato l'opera della provvidenza e turbato l'ordine dell'universo? Dobbiamo ritenere che l'onnipotente abbia riservato a sè il potere di disporre della vita degli uomini e non abbia sottoposto questo evento, come tutti gli altri, alle leggi generali dell'universo? Affermare questo sarebbe affermare il falso; la vita degli uomini dipende [infatti] dalle stesse leggi a cui è soggetta la vita di tutti gli altri animali e tutte queste esistenze sono soggette alle leggi generali della materia e del moto. 

[...] Se dunque la vita degli uomini dipende dalle leggi generali della materia e del moto, è forse criminale un uomo che dispone della sua vita perché, in ogni caso, è criminale il violare queste leggi o turbarne l'azione? Ciò pare assurdo: gli animali sono affidati alla propria prudenza e capacità per condursi nel mondo ed hanno ogni diritto di alterare le operazioni della natura, per quanto è in loro potere. Senza tale diritto essi non potrebbero sussistere un [solo] momento: ogni azione, ogni movimento, di un uomo muta l'ordine di qualche parte della materia e svia dal loro corso ordinario le leggi generali del moto.

Mettendo insieme queste conclusioni, troviamo che la vita umana dipende dalle leggi generali della materia e del moto e che disturbare o alterare queste leggi non significa usurpare l'opera della provvidenza. Non può ciascuno disporre dunque liberamente della propria vita? E non può legittimamente far uso delle facoltà di cui la natura lo ha dotato? Per distruggere l'evidenza di questa conclusione dovremmo addurre un motivo che giustificasse un'eccezione relativa a questo caso particolare; forse perché la vita umana è così importante che sarà presunzione per la prudenza umana il disporne? Ma per l'universo la vita di un uomo non è più importante di quella di un'ostrica. E anche se fosse molto importante, l'ordine della natura umana l'ha sottoposta alla prudenza umana e ci costringe a prendere decisioni in ogni circostanza. Se disporre della vita umana fosse una prerogativa peculiare dell'Onnipotente, al punto che per gli uomini fosse un'usurpazione dei Suoi diritti, sarebbe criminale allo stesso modo anche il salvare e preservare la vita. Se cerco di scansare un sasso che mi cade sulla testa, disturbo il corso della natura e invado il dominio peculiare dell'Onnipotente prolungando la mia vita oltre il periodo che le era assegnato in base alle leggi della materia e del moto. 

[...] sono convinto di un fatto: la vita umana può essere infelice e la mia esistenza, prolungata più a lungo, può diventare insopportabile. Ma ringrazio la provvidenza sia del bene che ho goduto sia della facoltà di fuggire il male che mi minaccia. Lagnarsi della provvidenza è affar vostro se ritenete stupidamente di non avere tale potere e di dover ancora prolungare una vita odiosa piena di dolore e malattia, vergogna e povertà [...]

Si tratti di un essere animato o inanimato, ragionevole o irragionevole non importa: il suo potere deriva dal supremo creatore e rientra nell'ordine della divina provvidenza. Quando la ripugnanza del dolore prevale sull'amore della vita, quando un atto volontario anticipa gli effetti di cause cieche, ciò è soltanto una conseguenza dei poteri e dei principi che l'Onnipotente ha posto delle sue creature. La divina provvidenza resta inviolata ben al di là dei misfatti umani. [...] E' un'empietà dice la moderna superstizione europea porre fine alla nostra vita e ribellarsi in tal modo al creatore: e perché non è un'empietà dico io, costruire case, coltivar la terra o navigare il mare? In tutte queste azioni noi usiamo le nostre facoltà fisiche e morali per mutare il corso della natura; in nessuna facciamo di più. Sono dunque tutte ugualmente innocenti o ugualmente criminali.

[...] Nessuno può negare che il suicidio possa spesso coincidere con il nostro interesse e con il dovere che abbiamo verso noi stessi se si ammette che l'età, le malattie o le sventure possono far della vita un peso e renderla anche peggiore dell'annichilimento. Io credo che nessun uomo si sia mai liberato della propria vita finché valeva la pena di conservarla.

Perché è tale il nostro orrore naturale per la morte che motivi troppo lievi non potrebbero mai farci riconciliare con essa; e se anche le condizioni di salute o fortuna di un uomo non sembrano richiedere tale rimedio, possiamo però esser certi che chi vi abbia fatto ricorso senza ragioni apparenti fosse affetto da una incurabile depravazione o tristezza del carattere che gli avvelenava ogni gioia e lo rendeva infelice come se avesse subìto le più gravi disgrazie [...]"

Davide Hume, Sul suicidio, in Opere filosofiche, Laterza.

23 dicembre 2013

84 morti solo domenica nei bombardamenti governativi su Aleppo. E la stampa italiana dorme.

Bombardamenti di oggi su Aleppo (quartieri Masaken Hanano, Sakhur, Haydariya e Ahmaddiya) e sui suoi dintorni (Marè). Numerosi i video presenti in rete tra i quali il primo qui linkato estimonia della confusione infernale che immediatamente segue una delle devastanti esplosioni (Hanano). Colpisce l'ampiezza della zona interessata, il numero di veicoli coinvolti, i cadaveri intrappolati all'interno delle macchine, il suono ininterrotto delle sirene, i soccorritori che nascondono sotto dei teli resti umani.
Contate 84 persone uccise finora.


Dall'ambulanza:

Video con scene di orrore:
http://www.youtube.com/watch?v=9-VfsMtVBbE&feature=youtu.be

Dove:
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=36.233647&lon=37.197733&z=15&m=b&search=%D9%85%D8%B3%D8%A7%D9%83%D9%86%20%D9%87%D9%86%D8%A7%D9%86%D9%88

22 dicembre 2013

23 civili morti nell'attacco aereo su Dumair (Dmeer) di domenica 15 dicembre 2013

L'attacco aereo su Dumayr (trascritto anche Dmeer e Dumair) di domenica scorsa 15 dicembre ha causato 18 morti tra la popolazione civile di cui 7 bambini (fonti ANA e SOHR). A causa delle ferite riportate, nei giorni seguenti sono decedute altre 5 persone.


www.youtube.com/watch?v=2Y9FBFVurzU&feature=youtu.be


Dove:
 

15 dicembre 2013

8 dicembre 2013

Milizie sciite irakene pro-Assad uccidono 80 civili in due giorni nella cittadina sunnita di Nabek (6 e 7 dicembre 2013)

Battaglia del Qalamoun: continuano i bombardamenti su Yabrud, controllata ancora dai ribelli, dopo le settimane di attacchi aerei su Qarah. La brigata sciita iraqena Thu Al-Fiqar (trascritto anche Zou Al Faqar) che combatte per Assad per occupare le cittadine di Deir Atiah e Nabek, a maggioranza sunnita, è stata protagonista  di un'operazione di pulizia etnica/settaria tra ieri (40 morti, di cui 20 bambini) e oggi (le cifre vanno da 40 a 110 morti) ovvero di crimini di guerra contro popolazione.
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=34.050099&lon=36.784973&z=12&m=b

Tale Abu Shahed, il comandante irakeno di questa brigata è fotografato qui (6 dicembre) mentre porta via un cittadino a cui di lì a poco sparerà.

In quest'altra foto che data a una settimana fa, si vedono alcuni bambini di una stessa famiglia allargata, rifugiati in uno scantinato (come sempre l'irruzione dei soldati è preceduta da intensi bombardamenti) e che sono stati trucidati. Poi bruciati, così da non doversi capire cosa è successo. Le persone uccise sono comunque già state riconosciute e identificate e i loro nomi diffusi.

Ammazzato oggi anche un volontario della croce rossa in un'ambulanza che cercava di raggiungere la zona di Nadek. Chiaramente la milizia irakena filo-governativa sta impedendo l'accesso alla zona.

Fonti: http://zamanalwsl.net/news/43975.html e Qalamoun Media Center
L'operazione militare è parte dell'invasione che Nadek sta subendo e i residenti stanno precipitosamente fuggendo in auto, sempre sotto i colpi d'artiglieria e con la milizia filo-governativa che spadroneggia nella parte di città in cui è ormai penetrata.

7 dicembre 2013

Seneca, sul suicidio - Lettera LXX, dalle Lettere a Lucilio (I sec. d.C.)


La vita, come sai, non sempre merita di essere conservata. Non è un bene vivere, ma vivere bene.

Perciò il sapiente vivrà quanto tempo deve vivere, non quanto può. Vedrà lui dove dovrà vivere, con chi, in  che modo e facendo che cosa. Egli pensa sempre quale sarà la vita, non quanto essa debba durare. Se gli occorrono molte disgrazie e questioni che turbano la sua serenità, egli se ne va; e non solo nell'estrema necessità ma appena la fortuna comincia a sembrargli sospetta, considera con cura se non sia il momento di por fine alla vita.
Giudica di nessuna importanza il darsi la morte o riceverla, morire prima o morire dopo [...]

E considero anche molto vili le parole di quel tale [...] che, richiuso in una gabbia per ordine di un tiranno e nutrito come una bestia, a chi gli consigliava di rifiutare il cibo, rispose "finché c'è vita c'è speranza". Anche se questo fosse vero, non bisogna comprarsi la vita a qualsiasi prezzo [...] Dovrei pensare che tutto la fortuna può in chi è in vita anziché pensare che nulla essa può in chi sa morire? 

La legge eterna non ha fatto niente di meglio di questo: ci ha dato un solo modo per entrare nella vita ma molte possibilità di uscirne. Dovrei aspettare la crudeltà di una malattia o di un uomo quando posso andarmene sfuggendo ai tormenti e alle avversità?

Questo è l'unico motivo per cui non possiamo lagnarci della vita: essa non trattiene nessuno. Le cose umane sono così ordinate che nessuno è infelice se non per colpa sua: ti piace la vita? vivi. Non ti piace? puoi tornare da dove sei venuto [...]
Nessuno di noi pensa che, prima o poi, deve abbandonare questo domicilio: siamo come vecchi inquilini, trattenuti dall'affetto del luogo familiare e dalla forza dell'abitudine. 

Non credere che solo i grandi uomini abbiano avuto la forza di spezzare le catene dell'umana servitù
[...] Uomini di umilissima origine, con grande slancio, si sono liberati dalla schiavitù del corpo e quando non gli fu possibile di morire a loro agio, né di scegliere gli strumenti per la loro morte, hanno preso tutto quello che gli è capitato sotto le mani e, usando con violenza oggetti inoffensivi, li hanno fatti delle armi. Recentemente, durante i combattimenti fra gladiatori e bestie feroci, un Germano, mentre si preparava agli spettacoli del mattino, si ritirò nella latrina, unico luogo in cui appartarsi senza scorta. Lì, si impadronì del pezzo di legno a cui è attaccata la spugna per la pulizia, se lo ficcò in gola e spirò per soffocamento [...] Oh uomo forte! Come meritava di poter disporre del suo destino! [...] Privo di ogni mezzo, trovò l'arma per darsi la morte, perché sappiamo che, quando si tratta di morire, nulla può trattenerci se non la volontà.

Lettera LXX da: Seneca, Lettere a Lucilio, BUR Rizzoli.

26 novembre 2013

Re-branding Putin: Papa Francesco protagonista della festa di Halloween

Putin incontrerà tra oggi e domani non solo il Papa del cosiddetto rinnovamento ma anche Prodi, Letta, Napolitano e naturalmente Banana. Con tutti questi parlerà di affari: www.ilfoglio.it/soloqui/20745
In una recente intervista alla BBC Garry Kasparov lamentava come l'Occidente abbia fatto il possibile per legittimare il dittatore russo come interlocutore presentabile davanti all'opinione pubblica mondiale:


Gli incontri di oggi si inquadrano in questa operazione, possiamo dire, di re-branding.
Sul versante degli attivisti e dei diritti umani, pare che i pacifinti italiani non abbiano avuto tempo per preparare un'indignazione organizzata e collettiva per la visita del loro sinistro beniamino. Nel 2004 tuttavia per G. W. Bush, fresco di guerra in Iraq, si erano mossi eccome: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/06_Giugno/04/corteo.shtml

16 novembre 2013

Da Kafranbel si accusa Hezbollah e la follia del suo leader Nasrallah (15th November 2013)

Da Kafranbel si rinfacciano ai terroristi di Hezbollah le pesantissime responsabilità nelle operazioni militari condotte nel 2013 dal governo siriano per rimanere al potere. In questi ultimi giorni si è avuta notizia anche della partecipazione alla guerra da parte di mercenari russi (ovvero soldati privati o contractors). Per quanto riguarda il conivolgimento delle Guardie della Rivoluzione (khomeyinista) al fianco di Assad, resta solo da valutarne le dimensioni.

10 novembre 2013

Prigionieri di Assad: il Violations Documentation Centre interviene sulla questione di Moadamiya

Il 29 ottobre e il 17 ottobre, con Mother Agnes e la Croce Rossa come "mediatori", l'FSA si accordava con il SAA (Syrian Arab Army) per lasciar uscire in sicurezza un certo numero di civili intrappolati nel quartiere assediato. 400 persone finora sono passate per questo centro di ricovero che il VDC ci informa ora essere, com'era prevedibile, un centro per la detenzione e gli "interrogatori" dei nuovi prigionieri. L'edificio, visto e identificato, si trova nel quartiere di Qudsaya, dove in effetti era stato detto che gli sfollati sarebbero stati ospitati: 
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=33.538336&lon=36.185060&z=16&m=b&search=damascus

Anche in questo caso le novità vengono da persone che sono state già rilasciate, cioè protagonisti soggetti agli eventi, ex-residenti di Moadamiya. Sappiamo tutti come si svolgono gli interrogatori nelle prigioni di Assad. 

Di non poco conto, o almeno così dovrebbe essere per l'ente internazionale interessato, la nota da poco emessa dal VDC in cui si chiede alla Croce Rossa Internazionale di: 
- condurre un'inchiesta per capire perché persone "liberate" dall'assedio sono finite automaticamente sotto interrogatorio; 
- esigere esplicitamente dal governo Assad l'immediato rilascio di queste persone che fino all'altroieri sono state fatte praticamente morire di fame (alcune foto e video dei bambini denutriti e morenti sono arrivate da questo quartiere a ottobre). 

Il Violations Documentation Centre è l'organizzazione indipendente formata di attivisti dentro e fuori la Siria che si è presa il compito di documentare tutte le morti, le sparizioni, le violenze che sono avvenute in Siria dal 2011. 
Contare i morti, intervistare i parenti, assicurarsi dell'identità di quella e quell'altra persona, raccogliere i video e cercare informazioni da testimoni oculari per contestualizzare, datare e confermare quanto viene ripreso: un'impresa che richiede tempo e che viene considerata utile per un futuro in cui si dovrà fare i conti con cosa è successo in questi anni e con chi a fatto cosa. 
Per questo il VDC non fornisce quotidianamente il numero delle vittime del giorno precedente ma compie un lavoro più approfondito, in una prospettiva più storica che giornalistica.


La nota del VDC:
http://www.vdc-sy.info/index.php/en/reports/1383883021#.Un7H0fkz3oI

28 ottobre 2013

Aleppo, città divisa (ottobre 2013)

Aleppo, quartiere di Bustan al-Qasr. Cecchini governativi sparano sul viavai di persone che attraversa il confine tra la zona controllata dal regime e quella controllata dai ribelli:

Bustan al-Qasr:

Battaglia di Daraa - La cittadina di Tafas in mano ai ribelli (26th October 2013)

Battaglia di Daraa: anche oggi 27 ottobre il regime bombarda ripetutamente dal cielo in particolare il quartiere di Tariq al-Sadd
                                 http://www.youtube.com/watch?v=h4uW2dnuJvY#t=15 

e al-Balad
 

A una quindicina di km a nord di Daraa, la cittadina di Tafas è però stata liberata ieri
   

dopo che diverse unità di ribelli sono entrate nel fortino (http://wikimapia.org/#lang=it&lat=32.736507&lon=36.086472&z=18&m=b&search=tafas)
che i governativi ancora occupavano:

Alla vittoria in questa zona ha dato un contributo importante anche il gruppo islamista Ahrar al Sham, alleato dell'FSA. Negli aspri scontri di Tafas, nei giorni scorsi, era  stato ucciso, tra gli altri, il colonnello ribelle Yasser al-Abboud.
Pare che i governativi abbiano scelto di ritirarsi all'ultimo momento prima di venire sopraffatti.

Riportiamo infine il video in cui i ribelli festeggiano con moderazione e mostrano il loro disprezzo per un busto di Hafez al-Assad (padre di Bashar):

In quest'altro filmato, sempre preso all'interno del fortino, una foto di Narsrallah, leader di Hezbollah, viene stracciata:
il che ancora una volta indica che la milizia libanese è ancora attiva e decisiva tra le fila del regime.

26 ottobre 2013

Bombardamenti su Deir Ezzor - Air strikes on Deir Ezzor (24th, 25th October 2013)

24th October:

www.youtube.com/watch?v=C-IzzhHsOiY#t=18


                                                

Da giorni si succedono gli attacchi aerei su #Deir Ezzor, est della #Siria. Sopra sono riportate le testimonianze video del 24 ottobre. Nei video linkati sotto invece e appena diffusi da #ANA News (https://www.facebook.com/ANAItaliano?hc_location=stream), sono ripresi i primi soccorsi e le scene di panico fra i cittadini dopo il bombardamento di ieri. 
La telecamera è scossa dall'esplosione e poi polvere e detriti. Nota bene: i video, e in particolare il primo, mostrano non solo feriti ma anche persone appena morte e corpi devastati che eroici soccorritori caricano su furgoni.
http://youtu.be/dGykqsS0cTY
http://youtu.be/MfdXjmt5gXs

Il chirurgo David Nott parla dei cecchini siriani - ottobre 2013

Grazie a David Nott si è scoperto che i cecchini siriani prendono di mira anche le donne incinte o scommettono tra loro su chi riesce a colpire i passanti su una precisa parte del corpo. In un certo giorno infatti arrivavano sotto i ferri del chirurgo inglese, stranamente, persone colpite tutte al petto o tutte all'inguine o solo alle gambe.
Rispetto alla Bosnia del 1993, dove iniziò la sua esperienza umanitaria, Nott fa notare che invece in Siria l'ONU non ha garantito alcun corridoio umanitario entro il quale far viaggiare in sicurezza il personale medico.
www.bbc.co.uk/iplayer/episode/p01jt6nx/Hardtalk_Conflictzone_Surgeon_David_Nott/

20 ottobre 2013

Breve recensione a: Adriana Lis, Manuale di psicologia dinamica (Il Mulino)

Utilizzammo questo libro per il Corso di Psicologia Dinamica del 1* anno a Padova con la prof.ssa Lis, autrice dello stesso con altri luminari. Il testo era specialistico soprattutto nei capitoli su M. Malher e M. Klein: assolutamente inadatto per dei novizi, o anche per studenti già un po' addentro alla psicanalisi. I concetti fondamentali non erano definiti, nè introdotti, nè tantomeno discussi: e mi riferisco a termini base come "simbiosi", "posizione schizo-paranoide" (Klein), "identificazione proiettiva", ecc. Nemmeno nel capitolo sugli psicologi dell'Io (i più terra terra) c'era il minimo sforzo esplicativo o divulgativo. 
Un ottimo esempio di manuale scritto da una eminente e rappresentativa docente di università italiana per la quale, evidentemente, la didattica non è certo il primo pensiero.

17 ottobre 2013

Moadamiyah (Damasco): l'esercito sequestra 2000 civili (16 ottobre 2013)

Circa 2000 persone tra quelle da tempo intrappolate nel quartiere di Moadamiyah (Damasco) hanno avuto ieri garanzie dalla Croce Rossa che avrebbero potuto uscire in mattinata dall'area assediata senza essere attaccate.
L'accordo sarebbe stato a tre: tra Croce Rossa come mediatrice, FSA e esercito. Una volta usciti dalla zona controllata dall'FSA e assediata dal regime e quindi "allo scoperto", la Croce Rossa doveva garantire di accompagnare gli sfollati lontano dai combattimenti. Le cose sono andate diversamente con il personale della CRI che, invece che accompagnare la gente in ospedale, è sparito lasciando queste 2000 persone in parte attaccate con colpi di mortaio (video sotto) e in parte prese in ostaggio dall'esercito. Non ci sono numeri relativamente ai feriti e i video presenti in rete mostrano una parte del gruppo che è riuscito a sottrarsi all'attacco a seguito dell'immediato intervento dell'FSA nella zona del passaggio.
Rimane l'angoscia per quanto può succedere ora a queste persone che sono prigionieri di Assad come ex-residenti di un quartiere ribelle.

Per altri video con audio in arabo:  https://www.facebook.com/groups/310100392391632/permalink/522085067859829/

Dove:

25 settembre 2013

L'estetica è destino - Uno scioccante e buffo "esperimento" sul monosopracciglio

In questo buffo quasi "esperimento" viene verificato in che modo l'aspetto fisico (qui la forma delle sopracciglia) determina il successo o l'insuccesso che una persona ottiene nelle sue relazioni interpersonali. Un solo elemento estetico fa cambiare drammaticamente l'atteggiamento che individui presi a caso hanno nei confronti del soggetto (sperimentale) portatore del "difetto". 
Un piccolo esperimento che può senz'altro rientrare nella rubrica psicologia sociale for dummies ma che fa capire anche come il comportamento che altri (estranei) verso di noi sia davvero, spesso, al di fuori del nostro controllo. Certo a meno di agire drasticamente sul proprio aspetto fisico. Un viso ben fatto ottiene certamente più successo di un monosopracciglio che cerca di convincersi che è solo un'impressione se gli altri lo trattano con diffidenza o ostracismo. Anche la psicologia dell'ottimismo va usata con cautela. 

20 settembre 2013

Statistiche immatricolazioni Università di Padova e Facoltà di Psicologia 2002-2011

I dati utilizzati sono quelli riportati dal sito dell'Università: www.unipd.it/universita/immatricolati

Come si vede il totale dei nuovi iscritti all'Università di Padova è calato tra il 2002 e il 2008 e poi è risalito seppur non fino ai livelli boom del 2004.


Per quanto riguarda la Facoltà di Psicologia gli iscritti invece sono scesi costantemente senza risalire come mostra il grafico sottostante che indica in che percentuale gli immatricolati a Psicologia hanno contribuito al totale dei nuovi iscritti.


Su molti giornali si è parlato di una fuga dal titolo di studio che sarebbe in atto in questi ultimi anni; i dati di Padova non smentiscono questa tendenza. Più concreta sembra la fuga dalla Facoltà di Psicologia. Se è vero che negli ultimi anni l'accesso ai corsi triennali della Facoltà non è più libero ma vincolato al test di ingresso, è anche vero che il numero programmato, fissato a 950 studenti, oltrepassa di molto la successiva iscrizione.
Il calo può essere interpretato come indice di crescente consapevolezza da parte dei giovani diplomati che la laurea in Psicologia non garantisce nessun canale nè specifico nè privilegiato di accesso al lavoro (come invece avviene, anche in anni di crisi occupazionale, con facoltà a numero chiuso e di area simile, quali Servizio Sociale e Educatore Professionale). Meno drammaticamente, il fatto che la facoltà sia diventata a numero chiuso può aver portato i diplomati a ponderare meglio la scelta al momento dell'iscrizione e aver favorito l'ingresso dei maggiormente motivati (e questo spiegherebbe come non tutti quelli che passano il test poi effettivamente si iscrivono).
Utile sarà un confronto con i dati delle altre città universitarie per confermare eventualmente un andamento negativo nei numeri grezzi e non immediato da spiegare.

16 settembre 2013

Bombardamento su Damasco del 9 settembre 2013, quartiere di Berzeh

Obama, l'uomo che vendette la Siria all'Iran (intervista all'ACB del 15 settembre 2013)

Min 10.50:
"What the Iranians understand is that the nuclear issue is a far larger issue for us than the chemical weapons issue; that the threat against Israel that a nuclear Iran poses is much closer to our core interests..."
Thank you mister Obama for always trading your mean interests for other people's lives. Thank you, Mr Nobel Prize.

7 settembre 2013

Caro Giovanni Campana, dirigente scolastico, ecco cosa penso del tuo libro sulle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012

edito dalle EdiSES e che è stato comprato da decine di migliaia di aspiranti docenti per la preparazione al super Concorso di quest'anno: http://www.amazon.it/concorso-cattedra-indicazioni-nazionali-curricolo/dp/8865842393/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1378567519&sr=8-1&keywords=indicazioni+nazionali+curricolo

Caro Campana, ti riporto qui il mio commento al tuo pessimo libro, consigliando a quelli che non lo hanno comprato, di arrangiarsi a studiare le IN in altro modo, anche cercando in internet.



25 agosto 2013

Due parole su come i media hanno parlato del bombardamento chimico su Ghouta del 21 agosto 2013

Dopo 100 mila morti Jean Pascal Zanders, uno degli esperti militari della UE, dopo attenta valutazione, si sbilancia e dice che quello che si è visto tra il 21 e 22 agosto non può essere "finzione"; così scrive l'Independent:

"Jean Pascal Zanders, a senior research fellow at the EU Institute for Security Studies in Paris, was also puzzled as to why the regime would carry out such an attack with UN experts there. But he continued: "It is clear that something terrible has happened. The scenes could not have been stage-managed. None of the victims appeared to have external wounds from blast, shrapnel or bullets. The footage seems to offer more convincing evidence of poisoning through asphyxiation - witness the pinkish-bluish hue on the faces of some of the fatalities...."

La linea adottata da molte reti televisive tra cui BBC e France24, è stata analoga a quella dell'Independent, ovvero il sottolineare immediatamente quanto insensato da parte di Assad sarebbe usare il gas nei giorni in cui a Damasco già si trovano gli ispettori ONU che devono indagare sugli altri casi (accertati) di utilizzo di armi chimiche.
L'ovvia constatazione per cui due anni di paralisi ONU e inazione globale hanno rafforzato la convizione di Assad di poter vincere e ripulire la Siria dagli oppositori, non è stata avanzata in nessun notiziario nè in nessuna intervista. A qualcuno però la condotta di Assad continua a ricordare quella del Milosevic degli anni 1992-95, e anche le analogie tra gli atteggiamenti della comunità internazionale di allora e di oggi sono macroscopiche: se ne deduce che a chi lavora nell'informazione non si richiede di avere alcuna memoria storica.

Non potendo mettere la notizia in secondo piano già dal primo giorno, si è puntato ad affermare che non ci può essere certezza su chi sia responsabile dell'attacco. Il discorso che si è sentito - ripeto, nei principali notiziari di BBC e France24 e fino a venerdì 24 - è del tutto insoddisfacente nel caso estremo in esame in cui è stato subito evidente come la zona colpita sia stata estesissima (corrispondente a mezza periferia di una metropoli) e quindi tale da richiedere, per essere bombardata, un dispiegamento e un impiego simultaneo di mezzi (razzi e forse aerei) finora dimostratosi alla portata solo delle forze governative.
Non solo: che la Siria sia uno dei pochi Stati che, nel corso degli anni, hanno sviluppato un programma di armi chimiche, non è stato ritenuto indizio degno di essere menzionato nè fatto presente al telespettatore.



Più in generale, nel riferire sulla Siria, sembra che i media europei siano attenti soprattutto a non fare un passo più in là di quanto sono disposti a dichiarare i governi nazionali che di quelle TV sono proprietari. Il mantra del "queste immagini non possono essere verificate indipendentemente" fa comodo a chi non vuole che l'opinione pubblica si sgomenti ed anche si interroghi sul perché l'ONU non abbia preteso da Assad un corridoio umanitario, una sola tregua in due anni o la presenza di caschi blu armati a protezione di qualche villaggio.

Le TV nazionali globali però dovrebbero stare anche attente a non fare brutte figure. Non sempre è sensato dire "ancora non sappiamo cosa sia davvero successo" quando invece da youtube e twitter, e magari skype, è invece abbastanza chiaro. I video apparsi mercoledì 21 agosto sono stati moltissimi e si potevano quasi contare i morti uno per uno, cioè identificare visivamente le persone da un filmato all'altro e capire se questi erano appena stati girati in uno stesso edificio o in uno diverso. Inoltre, piuttosto chiari e coerenti erano i sintomi manifestati dalle vittime ancora vive ed evidente anche il fatto che i cadaveri non avessero segni di ferite come dopo gli usuali bombardamenti. Per questo le affermazioni dubitative sentite nel corso di vari notiziari hanno assunto un carattere paradossale, quasi surreale. Ad esempio la BBC ha fatto commentare questa mole di immagini tra le più impressionanti mai viste uscite da una zona di guerra, alla giovane "analista di politica estera" Naomi Grimley. Nel notiziario del 21 agosto (di cui conservo il podcast), ne ha parlato in questi termini:

"... it's all very grafic and I have to say it's terrifyingly real but there's nothing in the metadata of these videos that tells us decisively when this may have happened and of course we certainly don't know who's to blame." 

Oltre al tono euforico più adatto forse alla nascita di un royal baby che non a una guerra con già 100mila morti, notiamo come la Grimley per matadati intenda: l'indirizzo IP del computer (o smartphone) da cui è stato fatto l'upload di un filmato, la data del caricamento, la data della registrazione originaria del file sul telefonino. Siamo quindi di fronte all'incapacità, forse legata alla non conoscenza delle lingue straniere, certo non alla mancanza di tempo (la rivolta è iniziata a marzo 2011), di mettersi in contatto con i testimoni oculari di quegli eventi che si vogliono commentare a beneficio dello spettatore globale.
Ma ci sono tanti modi per dire se un video non è attendibile e la prima cosa da fare è guardarlo (bene). Facendo un parallelo, se trovo per strada un portafogli senza i documenti dentro (nel nostro caso: l'indirizzo IP di una connessione internet), di certo non posso risalire al proprietario ma non per questo mi sogno di dubitare che quello sia davvero un portafoglio (nel nostro caso: che quelle che vedo siano proprio dozzine di persone morte). Un giornalismo che non sa attivarsi per ricercare l'informazione o risalire alle fonti è un ossimoro.

Dopo aver scritto delle impressioni che ho ricevuto dal mondo dell'informazione nelle giornate del 21 e 22 agosto, concludo riportando anche un contributo puntalmente ignorato dai giornalisti italiani di TV e carta stampata. Elliot Higgins, l'esperto analista indipendente dei video provenienti dalla Siria, intervistato dal Guardian, ha messo in risalto che:

"the missiles, the images of which were posted online by Syrian activists after Wednesday's attacks, appeared to have been manufactured inside Syria and were of a type first used by Assad forces in Daraya in south-west Damascus on 4 January."


Nelle foto commentate da Higgins, accompagnate da video che mostrano che i reperti sono rinvenuti proprio a Gouta e non altrove, si vedono cioè missili simili a quelli usati e fotografati a suo tempo in altri siti (si cita Daraya, sempre nella provincia di Damasco) oggetto di attacco chimico. Dato che lo stesso analista inglese scrive di volersi riservare ulteriori verifiche quando gli perverrà ulteriore materiale video, è chiaro che non sta affatto affermando di aver trovato la scomoda "pistola fumante" che l'ONU non vuol vedere. 
Tuttavia questo contributo è importante come esempio del lavoro che si deve e si può fare se si vuole approfondire la questione della responsabilità dell'attacco e non invece accontentarsi (Grimley) di dire che le informazioni a disposizione "non sono sufficienti" per fare una valutazione realistica dall'accaduto.