30 giugno 2012

Syria, Damasco, Daraa, Salamiyah, 30 giugno 2012

Damasco (quartiere di Zamalka), un corteo funebre viene bombardato:
Damascus (Zamalka neighbourhood), a funeral procession is bombed:





Damasco, subito dopo l'esplosione in mezzo al corteo (30 giugno 2012):
Damascus, right after the explosion in the midst of the procession:
www.youtube.com/watch?v=RlBM2wj-44M
www.youtube.com/watch?v=sFr5HLjFp_I&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=JZ6f44TdAEU

Le esplosioni, causate da colpi di mortaio, hanno causato 85 morti.
Explosions, caused by mortar shelling, caused 85 dead casualties.
Sito dell'agenzia Reuters:
On Reuters' website:
http://uk.reuters.com/article/2012/07/01/uk-syria-crisis-idUKBRE85R0CT20120701

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Salamiyah (Salamieh), provincia di Hama: le "forze di sicurezza" del Governo sparano su una manifestazione a piedi (30 giugno 2012):
Salamiyah, Hama's province: Syrian Security Forces shoot randomly at people walking during a demonstration:
http://syrianfreedomls.tumblr.com/post/26227045188/06-30-12-syria-security-forces-shoot-at-a-protest


Stesso luogo:
Same place:

Salamiyah (Ovest Siria)

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Bambina che muore in braccio a un soccorritore, dopo il bombardamento su Daraa (30 giugno 2012), video assolutamente straziante:
Little girl dying in the arms of a rescuer, after bombardment over Daraa, absolutely harrowing video:
www.youtube.com/watch?v=TsHQmtyuu5A


                                                  Daraa, 100.000 abitanti, Sud Siria






Homs, 30 giugno 2012






Homs, 30th June 2012





Homs, quartiere Qusour, 30 giugno 2012




Homs, quartiere di Shiyah Jouret, 30 giugno 2012

27 giugno 2012

Se il telemarketing diventa "telelavoro":


Adesso il telemarketing lo chiamano "telelavoro". 
Solo nel Terzo Mondo del diritto del lavoro può succedere.
L'annuncio compare in questi giorni sul sito dell'Informagiovani di Padova.

Quanto all'azienda in questione, eccola: della serie "come ti vendo un lavoro":
http://www.consuasiva.com




















22 giugno 2012

Vezzali portabandiera: mi dissocio dalla Nazion(al)e


Valentina Vezzali, rappresenta l'atteggiamento e i valori delle donne italiane durante il ventennio Berlusconi?
Sì? No? comunque chi guarderà la cerimonia di apertura delle prossime Olimpiadi se la ritroverà portabandiera.

20 giugno 2012

How to cross a road in Hama

Street watched by snipers, Hama, Tareeq Halab neighbourhood (20th June 2012)

Street watched by snipers in Hama (10th June 2012)




Hama, West Syria, 550.000 inhabitants

17 giugno 2012

Shabiha


Homs: shabiha che portano via due donne per strada.
[Shabiha taking two women away on the streets of Homs].

E adesso?



La decisione di sospendere la missione di osservazione, presa dal Gen. Robert Mood, poteva forse essere interpretata come una critica all'atteggiamento di Assad che ha ignorato le proposte del piano di pace Annan. In realtà invece, la dichiarazione fatta da Mood giustifica perfettamente tutto il disappunto degli attivisti siriani e alimenta anche la preoccupazione che, da ora, potrebbe non esserci più neanche quella piccolissima garanzia che questa fragile missione di "testimoni oculari" poteva, in qualche modo, rappresentare.

Da una parte la necessità di proteggere i propri uomini, tipica di ogni comandante. Dall'altra però, il ritirarsi da una zona pericolosa, da parte dei militari ONU (in questo caso comunque "osservatori" e non "peace-keepers"), ricorda certe scelte di disimpegno adottate già in altre occasioni dagli organismi sovranazionali. 
Per non morire sotto i bombardamenti si deciderà forse il ritiro completo della missione (la quale comunque ora ha perso il suo significato originario)?
Il problema in questo caso è a monte, ossia l'appoggio incondizionato fornito ad Assad in sede ONU dalla Russia:   questa volta non è stato possibile nemmeno inviare personale armato (contrariamente al Rwanda nel 1994) e la missione non ha avuto l'obiettivo ufficiale di proteggere nessuno.
Si ha l'impressione però di trovarsi di fronte a un fallimento dei caschi blu: anche stavolta la popolazione finirebbe per essere lasciata al suo destino evidente di morte. Ricorre un parallelo con Srebrenica: a quel tempo si decise di di essere morbidi con Mladic anche perché i soldati ONU olandesi erano, a loro volta, minacciati. E oggi si sospende la missione perché gli osservatori, chiaramente, non vogliono morire.

Quello che non convince assolutamente però, è l'affermazione di Mood secondo cui entrambe le parti hanno mancato della volontà di pace. Si rischia anche in questo caso di perpetuare l'equivoco di comodo (ancora ritorna la similitudine con la Bosnia) per cui entrambe le parti sono giudicate come ugualmente corresponsabili. Tra 20 anni Assad sarà forse processato all'Aja e ci sarà ancora un Segretario Generale dell'ONU che si rammaricherà (come Annan rispetto alla Bosnia) che la situazione, a suo tempo, (cioè oggi) non fosse stata "capita del tutto".

13 giugno 2012

Homs, 13 giugno 2012

Civili colpiti
[Civilians right after being hit]



Dayr Al-Zawr (Est Siria)

Dayr Al-Zawr (200mila abitanti), manifestazione bombardata il 12 giugno 2012
[Dayr Al-Zawr, 200.000 inhabitants: demonstration is bombed on the 12th of June]


Dayr Al-Zawr, piccola manifestazione del novembre 2011
[Dayr Al-Zawr, small demonstration, november 2011]




Est Siria

10 giugno 2012

Maarat Al-Nouman, Nord Ovest Siria, regione di Idlib - 9 giugno 2012


Effetti del bombardamento odierno sulla città

Le prime testimonianze via twitter parlano di circa 50 morti, durante un bombardamento (forse aereo) nelle ore serali di sabato 9 giugno 2012 fino a circa mezzanotte, in questa città del nord ovest, un centro di circa 60 mila abitanti. Parte delle vittime stavano uscendo da due moschee. 












Video montati la mattina seguente (10 giugno)




Collegamento alla mappa delle proteste e degli attacchi alle città:

7 giugno 2012

6 Giugno 2012 - Qubair (Hama), Siria


E' chiaro che 300 osservatori ONU, comandati dal Generale Robert Mood, non hanno nessun valore come deterrente alle azioni terroristiche dell'esercito Siriano (l'esercito ufficiale di Assad) nè tanto meno a quelle degli shabiha che operano a seguito dei bombardamenti sulle città attraverso l'opera di uccisioni a sangue freddo direttamente sulla popolazione. Quanto terreno possono coprire questi osservatori? Mentre sono in una città, vengono attaccate quelle vicine. Ieri, mercoledì 6, non c'era nessuno a Qubair (villaggio poco fuori Hama).
Le ultime notizie (fornite dagli attivisti attraverso twitter) parlano di circa cento morti, uccisi come ad Houla, due settimane fa, con modalità ugualmente allucinanti. Ancora civili, ancora bambini. 
Si può leggere già stasera la notizia riportata dalla Reuters:

www.reuters.com/article/2012/06/06/us-syria-crisis-idUSBRE84S0P020120606


Il video dal sito del Corriere (giovedì mattina):







Il video apparso su youtube (giovedì 7 giugno): bambini morti e cadaveri bruciati. Niente orrore, tutto normale nella Siria di Assad:







Video apparso domenica 10 giungo...... ecco cosa è rimasto del paesino di Qubair:

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Vale la pena di dire che tutte le polemiche, sull'attendibilità delle testimonianze vie web, sono semplicemente ingiustificate e ingiustificabili: ormai da 14 mesi quello che si vede nei filmati caricati su youtube, le proteste, le manifestazioni, i bombardamenti, i condomini distrutti, i cadaveri, viene raccontato da fonti e testimoni diversi e indipendenti: profughi fuggiti ora in Turchia e Libano, giornalisti della BBC e di AlJazeera presenti sul posto, o attraverso associazioni come Human Right Watch e Amnesty. I racconti dei civili siriani o anche dei militari del Free Syrian Army possono essere raccolti da reporter professionisti per telefono o a distanza di tempo; a rigore, la conferma, da parte di osservatori non coinvolti, che determinate immagini sono reali (ma, oltretutto, come si può immaginare di ricostruire su un set artificiale quello che stiamo vedendo?) può avvenire anche successivamente quando gli stessi luoghi bombardati vengono effettivamente visitati. In questo modo si dimostra a sufficienza l'affidabilità e l'attendibilità della fonte originaria (la persona che aveva girato il primo video postandolo su youtube).


L'esercito regolare bombarda,  poi la milizia degli shabiha rastrella casa per casa. Ad Assad fa comodo che il lavoro più sporco non sia compiuto dall'esercito regolare (peraltro come non definire criminale anche l'uso dei carri armati e dei bombardamenti sulle città?). Chi sono questi shabiha?






Nel video seguente, quelli che sparano, vestiti da militari e che sparano sono shabiha, quelli che hanno girato il filmato i dimostranti:




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Report di Paul Danahar della BBC che è stato sul posto: www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-18378904
Interessante il fatto che i responsabili più probabili non siano i militari regolari di Assad ma appunto le milizie degli shabiha (termine che peraltro rischia di cominciare ad avere un significato poco definito). Secondo Danahar l'esercito sarebbe addirittura arrivato a Qubair in fretta e furia dopo la strage al fine di "ripulire" l'area nel tentativo di non far trovare tracce. La situazione sarebbe tale che le milizie paramilitari starebbero agendo anche al di fuori e oltre quanto permesso implicitamente dal Governo.

2 giugno 2012

Valori e disvalori (un punto di vista socio-psicologico)


Che cos’è un valore?
Qualcosa in cui la gente crede. O qualcosa in cui io, anzitutto, credo? La gente crede a tante cose, dopotutto…  cioè, un valore è qualcosa che io devo ritenere importante.
Si crede nell’onestà, nella fiducia, nel rispetto. Si crede, ma anche si cerca di agire nel rispetto di certi principi. Valore è un punto di riferimento, dunque.

 Ma davvero c’è sempre una relazione diretta tra i valori che diciamo di sostenere e il modo in cui ci comportiamo?
Veniamo all’onestà: quanti di noi rispettano ostinatamente i 70 Km/h su strada extraurbana quando il traffico è scarso in un pomeriggio d’estate? Forse non tutti… d’altra parte ben diverso sarebbe però violare i 50km/h in città. Perché?
Andare troppo veloce in città diventa immediatamente pericoloso per chi guida e  per chi il pedone che ci attraversa la strada.
Allora in questo caso un valore è come un confine entro il quale è bene mantenersi.
E’ bene… per chi? Solo per me? O per me e per tutti?
E non sarebbe forse meglio dire utile anziché bene?  

Un valore è qualcosa che è utile rispettare, che ci orienta nelle nostre azioni. E’ qualcosa in cui crediamo e quindi ci ritroviamo dentro. Ma è qualcosa che non abbiamo inventato da soli, nessun valore è nato con noi.
Un valore parte sempre dal mondo sociale, dal mondo delle relazioni tra le persone. Nel nostro semplice esempio, dalla necessità di regolare la circolazione stradale, ovvero le “interazioni” tra automobilisti e pedoni. Per proteggere chi va per strada (e in specialmente chi va a piedi).


Eppure è vero che un valore è anche qualcosa che “sento” dentro.
Se corro a 60 km/h allora in centro abitato avverto una spiacevole sensazione di insicurezza che “automaticamente” mi fa sollevare il piede dall’acceleratore. Ho paura. Pur senza riflettere, è come se avessi presente che possono esserci conseguenze serie per quello che sto facendo. Quindi rallento e non ho più paura di investire nessuno.

Effettivamente, a questo livello, ho interiorizzato il rispetto dei limiti di velocità. Forse ho sempre guidato piano o forse un giorno guidavo distratto e c’è mancato poco che non vedessi quella biciletta senza fanale…. Fatto sta che ad un certo punto ho capito che cosa poteva succedere (o l’ho visto succedere ad altri) e ho cominciato a sentire in un certo modo rispetto al solo pensiero di correre troppo.
Un valore (sociale) è diventato un fatto privato, individuale.