21 marzo 2012

Le tre Grazie



Il destino della riforma del lavoro è nella mani di tre donne. L'avevate notato?
Prima di Elsa Fornero l'unica donna Ministro del Lavoro della Repubblica era stata Tina Anselmi tra il '76 e il 78. La Marcegaglia è la prima donna presidente di Confindustria e Susanna Camusso prima donna a guidare la CGIL.
Non possiamo dimenticare, però, che l'Italia è il penultimo, tra i Paesi OCSE, quanto a percentuale di donne occupate. Meglio solo della Turchia.
E dunque, nel caso attuale dei vertici istituzionali, si tratta solo di una coincidenza?
La crisi degli ultimi anni ha accentuato la deprimente situazione occupazionale femminile. Che una donna non lavori appare infatti in qualche modo più accettabile che nel caso di un uomo. Questa impressione ci deriva proprio dalla nostra concezione, un po' fuori dal tempo, dei ruoli e dei compiti attribuiti ai due generi. E' una questione culturale e non si tratta solo di "maschilismo" come qualcuno potrebbe dire. E' la rigidità dei ruoli sia di donna che di uomo che entra in gioco.
La manifestazione "Se non ora quando?" è stata un bella esperienza, perché partita dal basso, dall'associazionismo. E' stata però un'eccezione.
Quello che serve senz'altro, e che non si è visto nell'era "televisiva" appena conclusa, sono interventi dall'alto (e non pochi) sull'occupazione di donne (ma anche di uomini) che, di conseguenza, producano a lungo termine effetti a catena anche sulla percezione che ne abbiamo.