24 marzo 2012

Figure e sfondi


Generalmente chiamiamo paradossale ciò che è contraddittorio, assurdo o ciò che ci appare tale. La nostra percezione funziona per contrasto: notiamo un oggetto solo se è distinto dallo sfondo (il numero a fianco in realtà non è tracciato, obiettivamente sono presenti solo dei pallini…) e quanto più se ne differenzia tanto più la notiamo. Il mimetismo animale funziona proprio con questo principio.

 Ma quello che più interessa è capire come mai una certa affermazione o il comportamento particolare di una persona vengano giudicati come assurdi. Se metto un berretto di lana ed è estate, direte senz’altro che è assurdo. Che cosa ve lo fa dire? Che effettivamente fa caldo o che non c’è intorno nessun altro con un berretto del genere?

A scuola Tiziano incrocia il preside nel corridoio e non lo saluta. Sdegno. 
Dire che qualcuno è maleducato implica necessariamente, a monte, l’esistenza di una norma condivisa comune, data per scontata: che si deve salutare chi occupa una posizione gerarchica più alta della nostra anche se non lo si conosce personalmente. La maleducazione implica che esistano delle norme di educazione.
Il comportamento di Tiziano è come il calice. Lo sfondo, sono le regole della buona educazione. Vediamo il calice grazie al bianco dello sfondo. Ma anche possiamo vedere che c’è uno sfondo, se ci focalizziamo sul nero del calice.
Il nostro giudicare contraddittoria o impossibile una certa cosa ci permette di notare, se cambiamo focus dell’attenzione, da che cosa è composta la trama uniforme dell’ordinario. E’ il gioco, ben conosciuto a tutti gli studenti di psicologia, della figura e dello sfondo. 
  
Uno spazio vuoto è un buco solo se attorno c’è un muro. I mattoni che lo compongono sono le credenze, le idee, le conoscenze, i significati e le abitudini con cui viviamo la nostra vita.
Quando qualcosa di insolito ci colpisce, abbiamo la possibilità di capire qual è la regolarità che non è stata rispettata; possiamo risalire dal contorno del buco ai mattoni del muro, e possiamo capire che cos’è che ci fa considerare naturale e logico ciò che è semplicemente convenzionale. E perché, troppo spesso, cioè che è insolito finisce per essere sbrigativamente visto come insensato.